Grandi artisti, sei nuovi allestimenti di opere, star internazionali. Ecco il 2016 del Teatro Massimo.
La conclusione del Ring wagneriano con Götterdämmerung diretto dal grande regista inglese Graham Vick; il debutto nel ruolo di Attila dell’artista internazionale Erwin Schrott, una nuova produzione di La Cenerentola con la regia di Giorgio Barberio Corsetti; Jenůfa di Janáček nella produzione di Robert Carsen; una serata donizettiana con il soprano Mariella Devia; celebri pagine del repertorio sinfonico e sinfonico-corale interpretate da direttori come Gabriele Ferro, Daniel Oren, Fabio Biondi, Aziz Shokhakimov; la presenza di protagonisti della danza, della musica e del canto come la ballerina Eleonora Abbagnato, il pianista Uri Caine, il trombettista Paolo Fresu, i soprani Hui He ed Elena Mosuc. E ancora una nuova opera di Giovanni Sollima con le immagini di Letizia Battaglia e il testo del giornalista Attilio Bolzoni.
Il Teatro Massimo di Palermo presenta la sua stagione 2016 di opere, balletti e concerti. In sintesi: dieci titoli di opera (sei dei quali nuovi allestimenti), tre di balletto, cui si aggiungeranno nei prossimi mesi attività per le scuole, progetti sulle opere che coinvolgeranno grandi personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, per un totale di 145 aperture di sipario in Sala grande e un incremento del 30 per cento rispetto al passato.
Oggi, a presentare la stagione, il sindaco-presidente Leoluca Orlando, il sovrintendente Francesco Giambrone, il direttore artistico Oscar Pizzo e il direttore musicale Gabriele Ferro, alla presenza dell’assessore al Turismo della Regione siciliana, Cleo Li Calzi. “Una stagione – dice Giambrone – che apre un nuovo corso, quello di un teatro che ricostruisce la sua rete di relazioni nazionali e internazionali, che produce di più, che si pone il tema della piena accessibilità a tutti i pubblici. Mentre presentiamo la stagione 2016, siamo già alle ultime battute per definire quelle del 2017 e del 2018, tre anni che vedranno il coinvolgimento di teatri come Amburgo, Ancona, Bologna, Buenos Aires, Torino, Sidney, Valencia, Venezia, legati a noi da rapporti di coproduzione e progettualità comune. A un anno dall’insediamento dei nuovi organi, questo è un risultato che ritengo molto importante”.
“Questa stagione, attraverso una costante e attenta strategia legata alla qualità e all’innovazione – dice il direttore artistico, Oscar Pizzo – rappresenta l’appassionato desiderio di accompagnare il nostro meraviglioso Teatro al centro dell’Europa, un’Europa in cui la cultura è a portata di tutti e con tutti”.
Si parte il 28 gennaio (fino al 4 febbraio), con il nuovo allestimento di Götterdämmerung di Richard Wagner, conclusione del Ring che il Teatro Massimo ha avviato nel 2013. Lo spettacolo è quello ideato da Graham Vick apposta per il Teatro; sul podio torna Stefan Anton Reck, per anni direttore principale del Teatro Massimo e direttore affermato a livello internazionale proprio nel repertorio wagneriano.
A febbraio, dal 19 al 26, un altro importante nuovo allestimento, in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna e con La Fenice di Venezia, quello di Attila di Verdi (assente dalle scene palermitane dal 1975), con la direzione di Daniel Oren, la regia di Daniele Abbado, e il debutto nel ruolo di Attila del basso Erwin Schrott.
A marzo, il 5 e il 6, ancora un nuovo allestimento, e questa volta si tratta di un’opera di Giovanni Sollima, su commissione del Teatro Massimo, in prima esecuzione assoluta, ispirata al celebre furto della Natività di Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, la notte del 17 ottobre del 1969: Il Caravaggio rubato, direttore lo stesso Giovanni Sollima (nella doppia veste di solista al violoncello), fotografie di Letizia Battaglia, testo del giornalista Attilio Bolzoni.
Al Teatro Massimo, dal 30 marzo al 5 aprile Lucia di Lammermoor, direttore Riccardo Frizza, regia di Gilbert Deflo, nei ruoli principali Elena Mosuc, Giorgio Berrugi e Julian Kim. Tra appuntamenti due nuovi allestimenti innovativi per tecnologia e utilizzo dello spazio scenico che portano la firma di Giorgio Barberio Corsetti (regia e scene): il primo è quello di La Cenerentola di Rossini, dal 19 al 26 aprile, con la direzione di Gabriele Ferro, in coproduzione con il Teatro delle Muse di Ancona. Il secondo, dal 29 aprile al 5 maggio, è Le streghe di Venezia con la musica di Philip Glass, nato da un’idea di Beni Montresor con testi di Vincenzo Cerami.
A settembre, dal 16 al 25, ancora un nuovo allestimento, quello di Madama Butterfly, direttore Jader Bignamini, uno dei più interessanti direttori della nuova generazione, regia Nicola Berloffa, scene Fabio Cherstich. Dal 23 ottobre al 2 novembre, un altro grande regista, Robert Carsen, per la prima volta a Palermo, e la direzione di Gabriele Ferro, per Jenůfa di Leóš Janáček, allestimento dell’Opera di Anversa. L’opera è assente dalle scene palermitane dal 1979.
Infine, dal 26 novembre al 4 dicembre, torna Carmen (direttore Alejo Perez, regista Calixto Bieito) coprodotta dal Teatro Massimo, dal Liceu di Barcellona, dal Teatro La Fenice di Venezia e dal Teatro Regio di Torino.
Per quel che riguarda il balletto, tre produzioni e la novità di un coreografo residente che per il 2016 sarà Fabrizio Monteverde, uno dei nomi più interessanti della danza d’autore italiana. A maggio, dal 13 al 19, un nuovo allestimento per Cinderella con la coreografia e le scene di Fabrizio Monteverde, musiche di Händel, protagonisti Anbeta Toromani e José Perez. Dal 15 al 19 giugno la Grande Soirée Roland Petit con l’étoile palermitana Eleonora Abbagnato, che torna così sulle scene del Teatro della sua città. Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma. Infine, a dicembre, dal 21 al 28, un altro classico, Lo Schiaccianoci di Čajkovskij, con la coreografia di Giuseppe Picone ripresa dall’originale di Marius Petipa, direttore Kevin Rhodes, allestimento del Teatro San Carlo di Napoli.
Altrettanto ricca e piena di nomi di prestigio, la stagione sinfonica. Che parte il 3 febbraio con un grande concerto di celebri arie di Donizetti del soprano Mariella Devia diretto da Francesco Lanzillotta. Un recital intitolato Le tre regine, incentrato sulle tre opere che fanno parte del cosiddettto “Ciclo delle regine Tudor” di Donizetti: Anna Bolena, Maria Stuarda, Roberto Devereux. Il 2 marzo per la prima volta in Italia il Dmitri Pokrovsky Ensemble, lo straordinario ensemble di canto popolare contadino russo che farà conoscere la tradizione dei canti nuziali della Russia del Nord insieme alle loro elaborazioni storiche come Le Nozze di Igor Stravinsky e di Béla Bartok, e la Sinfonia n. 2 in do minore op. 17 Piccola Russia di Čajkovskij. L’11 aprile la Petite Messe solennelle di Rossini, diretto da Piero Monti nella versione originale.
Tra maggio e giugno un ciclo di tre concerti, New York, New York, dedicato alla migliore tradizione musicale americana e afroamericana della grande metropoli. Il 26 maggio Downtown Stories, direttore Daniel Cohen, violino Salvatore Greco, con musiche di Leonard Bernstein (tra cui “New York, New York” e “West Side Story”), di Samuel Barber, di Duke Ellington. Il 31 maggio Rhapsody in blues diretto da Todd Reynolds, con il grande Uri Caine al pianoforte: musiche di George Gershwin e di Artie Shaw. Infine, il 7 giugno, G-Spot Tornado: insieme con il solista Paolo Fresu si ascolteranno opere di Aaron Copland, Chet Baker e un’attesissima prima mondiale di una delle ultime composizioni di Frank Zappa: While you were art II (una collaborazione con la Frank Zappa Family Trust di Los Angeles).
Il 22 settembre la proiezione con la musica originale dal vivo (Wagner, Verdi, Mahler, Schubert, Pärt, Grieg) di Apocalisse nel deserto, capolavoro visionario di Hans Werner Herzog. Un film dedicato ai disastri della guerra girato immediatamente dopo la Prima Guerra del Golfo. Direttore Maxime Pascal e voce recitante d’eccezione il sacerdote e teologo Cosimo Scordato. Seguono nel cartellone tre grandi sinfonie: il 30 settembre la Sinfonia n.7 Leningrado di Dimitri Šostakovič, direttore Aziz Shokhakimov; e poi due grandi appuntamenti per il direttore musicale del Teatro Massimo Gabriele Ferro: una serata tutta dedicata a Mahler (Sinfonia n.1), e un’altra serata (il 9 novembre) incentrata su Bruckner con il Te Deum e la Prima Sinfonia, ma che comprende anche il Canticus in memoriam Benjamin Britten di Alvo Pärt.
Infine, in prossimità delle festività natalizie, il 10 dicembre, il Messiah di Händel diretto da Fabio Biondi, tra i massimi specialisti del repertorio barocco.