Flessibilità, incentivi sempre collegati alla produttività, riconoscimento delle unioni all’estero. Il Teatro Massimo di Palermo firma un innovativo accordo sull’integrativo. I sindacati: “Nasce un nuovo modello di organizzazione del lavoro”.

Flessibilità, riduzione di alcune indennità, permessi matrimoniali anche per le nozze e le unioni civili contratte all’estero, una “banca di solidarietà” che consentirà al personale di fruire di permessi retribuiti in caso di gravi motivi familiari. Dopo sette mesi di lavoro il Teatro Massimo di Palermo firma con le organizzazioni sindacali l’accordo sull’integrativo, con l’obiettivo di produrre di più, di migliorare l’organizzazione del lavoro e di contenere i costi del personale. “Un accordo che introduce elementi virtuosi partendo da una importante premessa condivisa – dice il sovrintendente Francesco Giambrone – cioè l’aggancio di qualunque incentivo economico all’incremento della produttività. Si introducono meccanismi di flessibilità dell’orario di lavoro e di polifunzionalità che mirano a un migliore e maggiore impiego di tutte le risorse umane disponibili e comunque  finalizzati all’incremento della produzione con particolare riguardo per le alzate di sipario in sala grande. Si punta anche al massimo impiego delle risorse interne, attraverso la piena valorizzazione delle tante professionalità di cui il teatro dispone, limitando al massimo la necessità di ricorrere all’esterno. Sento di ringraziare tutto lo staff di Direzione che sotto la guida del direttore operativo Giorgio Pace ha condotto i tavoli di confronto, le organizzazioni sindacali e tutti i lavoratori per la sensibilità e la disponibilità mostrata verso l’esigenza di introdurre strumenti innovativi nella organizzazione del lavoro in grado di mettere la Fondazione nelle condizioni di costruire nuovi modelli gestionali e una diversa cultura organizzativa che potranno aiutare a disegnare un teatro più efficiente, più moderno e aperto a tutti”.

La flessibilità consentirà di aumentare la produzione e la produttività senza costi aggiuntivi. Già applicata al reparto tecnico, sarà applicata adesso anche ai complessi artistici e agli amministrativi, e prevede anche la possibilità di utilizzare il personale in reparti diversi sulla base delle necessità produttive nel rispetto delle professionalità. La flessibilità riguarda anche l’impegno dei tecnici nei diversi luoghi di lavoro della Fondazione, per esempio i tecnici di palcoscenico e di laboratorio potranno essere utilizzati indifferentemente nell’uno o nell’altro luogo.

Come previsto dal piano di risanamento saranno ridotte l’indennità di rendimento, l’indennità promozionale, il premio di risultato e le indennità strumenti speciali. Ancora, in attesa che la legge nazionale predisponga adeguate tutele, i permessi matrimoniali (istituto previsto agli articoli 26 e 27 del contratto nazionale di lavoro) vengono estesi anche alle unioni contratte fuori dall’Italia. Confermato infine l’impegno sottoscritto nel dicembre del 2014 a evitare il ricorso ad agitazioni, scioperi o proteste in occasione di trasferte e tournée all’estero o di particolari manifestazioni sponsorizzate da privati o istituzioni. “Un risultato importante che completa il processo di messa in sicurezza della Fondazione dopo gli anni della crisi e del commissariamento e costruisce le condizioni per rafforzare la fase di rilancio del teatro. Un risultato che si deve al lavoro di tutti”, aggiunge Giambrone.

“Il Teatro Massimo, fino a oggi all’avanguardia e fiore all’occhiello della città per la sua programmazione culturale – dice il presidente della Fondazione, Leoluca Orlando – assume da oggi con questo accordo un ruolo di primo piano e di stimolo sul tema delle relazioni sindacali e dei diritti dei lavoratori. Un risultato impensabile solo qualche anno fa, frutto della lungimiranza con cui i vertici del Teatro e le organizzazioni sindacali hanno lavorato in questi mesi e che sarà foriero di ulteriore rilancio e ulteriori successi nazionali e internazionali”.

Soddisfatti i sindacati. Secondo la Cgil, “con l’accordo integrativo siglato oggi, i lavoratori e il sindacato assumono il Teatro Massimo come guida della cultura siciliana. La Fondazione sceglie di essere Centro di Produzione e individua i drivers da seguire e gli obiettivi da perseguire, costruendo un percorso d’eccellenza: collaborazioni, tecnologia, polivalenza, formazione e riconoscimento delle professionalità, sono alla base di questo contratto che costruisce un nuovo modello lirico-sinfonico nel panorama italiano. Gli obiettivi di significativi aumenti della produzione, di una nuova organizzazione del lavoro, di importanti apporti di capitali privati e pubblici, sono gli elementi nuovi che devono obbligare i soci ad assumersi fino in fondo la responsabilità della certezza delle risorse”. Secondo la Uilcom, la Cisl e la Fials  “le organizzazioni sindacali sono riuscite a valorizzare un’area negoziale che ha introdotto e regolato un nuovo modello di organizzazione del lavoro mirata al contenimento dei costi a fronte di un incremento di produttività. L’accordo dedica particolare attenzione nel valorizzare i tempi di vita lavoro, con la costituzione di un sistema di Daily Credits e la costituzione di un’ulteriore banca-ore destinata in termini di solidarietà ai lavoratori che hanno particolari esigenze. Il sindacato ha voluto dare un segnale di apertura politica, emancipazione sociale, al tema delle unioni civili con l’estensione contrattuale degli istituti previsti per il matrimonio. L’auspicio è di lasciarsi definitivamente alle spalle un triennio di sacrifici economici a cui il lavoratori del Teatro Massimo hanno saputo rispondere per garantire un processo di rilancio e di tenuta occupazionale”.

L’accordo sull’integrativo si inscrive in un progetto complessivo di rilancio e di risanamento (il risparmio annuo stimato è di euro 800.000), e segue l’approvazione del bilancio consuntivo 2014 con un avanzo di amministrazione di centomila euro, l’ingresso di un ulteriore nuovo socio privato nella compagine della Fondazione (Amap, che è entrato con 12 mila euro all’anno per 3 anni), l’avvio di rapporti di coproduzione e di progettualità comune con una rete di Teatri nazionali e internazionali.  Così, superata la grossa passività del 2012 (oltre 3 milioni) e chiusi in attivo i bilanci 2013 e 2014, si punta ad avere analogo risultato nel 2015: cosa che consentirà di attingere alla quota del Fus messa a disposizione delle fondazioni virtuose che chiudono per tre anni i bilanci con un risultato positivo. E si attende a giorni il via libera del ministero dell’Economia e delle Finanze al piano di risanamento, che darà al Teatro l’opportunità di ottenere un prestito di 8 milioni di euro a tasso agevolato: soldi che consentiranno di abbattere il costo dei mutui contratti nel 2005 con la Banca popolare siciliana, allora Banca di Lodi. Il mutuo, che ammontava a 20 milioni di euro, si è ridotto adesso a 14. Il prestito da 8 milioni di euro lo ridurrà a 6. Il piano di risanamento ha già superato positivamente il primo grado di approvazione, quello del commissario governativo per la gestione del Fondo di risanamento dei teatri in crisi. Superato il via libera del Ministero delle Finanze, l’ultimo step sarà quello del ministero dei Beni culturali.
Palermo, 6 agosto 2015
Laura Anello, Responsabile delle Relazioni con la stampa: 335.1008603