Un’opera per musica e film su testo di Camilleri ispirata a “La Vucciria” di Guttuso – “Il quadro nero” di Andò e Betta apre il 7 la stagione sinfonica del Teatro Massimo. L’orchestra e il coro dialogano con le immagini. Nuova produzione
Il sovrintendente Giambrone: “Insieme tanti talenti siciliani contemporanei”


È il quadro dei colori e del nero, del buio e della luce, della vita e della morte, della prosperità e del disfacimento, dell’apparente movimento e della sospensione del tempo. A “La Vucciria” di Renato Guttuso, dedicata al celebre mercato di Palermo, si ispira “Il quadro nero-ovvero La Vucciria, il grande silenzio palermitano”, l’opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta, su testo di Andrea Camilleri, con Francesco Scianna e Giulia Andò, che il 7 febbraio apre la stagione sinfonica del Teatro Massimo di Palermo. Una nuova produzione della Fondazione Teatro Massimo, realizzata in collaborazione con gli Archivi Guttuso e con il Comune di Bagheria, che compartecipa attraverso un finanziamento europeo destinato alla valorizzazione dell’opera dell’artista attraverso itinerari multidisciplinari. Oggi la presentazione alla stampa, con il sovrintendente del Teatro Massimo, Francesco Giambrone, il direttore artistico Oscar Pizzo, l’assessore alla Cultura del Comune di Bagheria, Rosanna Balistreri, Roberto Andò, Marco Betta, il direttore dell’Orchestra Tonino Battista.

“Un progetto – dice il sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo, Francesco Giambrone – che raccoglie talenti, idee, passioni, energie di tanti siciliani contemporanei illustri, da Camilleri a Betta,  da Andò a Francesco Scianna, nel nome di un grande artista, siciliano anche lui. Un patrimonio straordinario di questa terra che si rinnova di generazione in generazione e che il Teatro raccoglie e fa suo”.
Il titolo dell’opera a prima vista contrasta con la grande tavolozza di colori del dipinto, donato dall’artista all’Università di Palermo nel 1974 e da allora esposto allo Steri, sede istituzionale dell’Ateneo: i rossi delle carni e del pomodoro, gli arancioni degli agrumi, i grigi dei pescespada, i bianchi e i verdi degli ortaggi. Ma in realtà ne coglie la natura più intima e sottile, riprendendo il giudizio che ne diede il grande Cesare Brandi, laddove scrisse che “il quadro è tenuto insieme, come una musica dalla tonalità, da quel nero di fondo e visibile solo nei contorni”. Definizione che piacque molto all’artista, il quale ammise: “Brandi ha detto una cosa giustissima. A un certo punto, mentre dipingevo, mi sono accorto come tutta quella abbondanza di vita contenesse, nel fondo, un senso distruttivo. Senza che io ci pensassi o volessi, la tela esalava un sentimento di morte”.
Temi su cui si incardina l’opera di Roberto Andò e di Marco Betta sul testo di Camilleri. “Se la Vucciria di Guttuso – dice Roberto Andò – si occupa del tempo e della morte, l’opera da noi concepita, affidata esclusivamente al video, alla musica di Marco Betta e alla drammaturgia del silenzio tracciata da Camilleri, insegue quel tempo, scegliendo di tessere il filo mentale delle figure che vi scorrono dentro, l’apparire e lo svanire di un’illusione, ciò che sarebbe potuto essere e non è avvenuto”.  L’orchestra e il coro del Teatro Massimo (sul podio Tonino Battista, coro diretto da Piero Monti)  dialogheranno con il film ispirato al dipinto, che vedrà protagonisti Francesco Scianna e Giulia Andò. I dodici personaggi del  quadro, che sono quasi mescolati ai prodotti del mercato, diventeranno voci dentro il racconto sonoro.

“La musica per Il quadro nero – dice Marco Betta – si sviluppa come una sorta di natura morta, di rampicante che avvolge le immagini e che intercetta i pensieri interni, il mondo interiore dei dodici personaggi del dipinto. Oltre alla musica c’è una partitura di suoni e di voci realizzata da Hubert Westkemper: suoni registrati al mercato, la voce di Andrea Camilleri, alcune frasi del testo”. Innovativo il rapporto tra immagine e suono. “Ho immaginato tutta la partitura – aggiunge – come un lago che accoglie e riflette il quadro di Guttuso e il film di Roberto Andò attraverso continue e sottili variazioni sonore e timbriche”.

Goffredo Parise scrisse che  nessun altro quadro di Guttuso come la Vucciria “ha mai espresso con tanta intensità il sentimento profondo del nostro Paese”. Secondo Andò, “in questo  giudizio Parise sembra sottintendere una inquietante domanda: quando la Sicilia, l’Italia intera, sono diventate una grande natura morta? Un quesito che, dopo quarant’anni, appare tutt’altro che trascurabile”.

Palermo, 4 febbraio 2015

Il quadro nero
ovvero La Vucciria, il grande silenzio palermitano

Opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta
Da Renato Guttuso e Andrea Camilleri

Testo Andrea Camilleri
Ideazione e regia Roberto Andò
Musica Marco Betta

con Francesco Scianna e Giulia Andò
Direttore Tonino Battista

Collaborazione alla regia Luca Scarzella
Fotografia Roberto Barbierato e Gianni Carluccio
Scenografia Gianni Carluccio
Costumi Gianni Carluccio e Daniela Cernigliaro
Suono Hubert Westkemper
Montaggio Vertov Milano
Assistente al montaggio e compositing Michele Innocente
Casting e aiuto regia Chiara Agnello
Organizzazione generale film Alfio Scuderi

Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Maestro del Coro Piero Monti