L’Italiana in Algeri di Rossini con la regia di Scaparro e le scene di Luzzati torna al Teatro Massimo di Palermo. Marianna Pizzolato debutta il ruolo di Isabella dopo i trionfi nei teatri del mondo. La prima giovedì 23 alle 20.30, trasmessa in streaming sulla web tv del Teatro.
Torna dopo 17 anni al Teatro Massimo L’Italiana in Algeri con la regia di Maurizio Scaparro, le scene di Emanuele Luzzati, i costumi di Santuzza Calì, le luci di Bruno Ciulli. Una ripresa di uno spettacolo amatissimo, che vede sul podio il direttore musicale del Teatro Massimo Gabriele Ferro e un importante cast con tante grandi voci siciliane. Marianna Pizzolato è la protagonista Isabella, ruolo che ha portato in tutto il mondo – trionfando l’anno scorso anche al Met – e che finalmente debutta a Palermo, nel teatro della sua città. E poi c’è Simone Alaimo in quello di Mustafà, veterano del ruolo in più di ottocento recite, Vincenzo Taormina che è un Taddeo esilarante, Pietro Adaini, giovanissimo tenore, che debutta nel ruolo di Lindoro. Regista collaboratore Orlando Forioso, Maestro al fortepiano Giuseppe Cinà, Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Piero Monti.
Lo spettacolo, nato al Teatro Massimo nel 2000, ha gli inconfondibili, poetici colori di Luzzati. La prima dell’opera, in programma dopodomani, giovedì 23 alle 20.30, sarà trasmessa in streaming sulla web tv del Teatro.
Dramma giocoso in due atti, è ambientato nel palazzo di Mustafà, Bey d’Algeri. Andò in scena per la prima volta il 22 maggio 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia con grandissimo successo e consacrò definitivamente Rossini come il massimo operista del tempo, nonostante avesse soltanto ventuno anni. Con sapiente comicità il compositore dipinge tutti i personaggi, giovani e vecchi, uomini e donne, italiani e “algerini”, attorno al gioco amoroso.
“Un allestimento molto bello – dice il sovrintendente del Teatro Massimo – che sono molto felice di riportare al Teatro Massimo. Felice perché il maestro Ferro torna sul podio con Rossini, preparandosi al Rossini del Tell con cui si inaugurerà la stagione 2018, felice per la presenza di Scaparro che è molto amico di questo teatro, felice per questi straordinari artisti siciliani che portano l’opera in tutto il mondo e che in questa occasione sono tornati a casa”.
“Rileggendo le note di regia che avevo scritto per il Teatro Massimo qualche anno fa in occasione della prima edizione – dice Scaparro – sento di dover premettere a queste almeno due miei pensieri. Il primo è certo che questo spettacolo mi spinge a ricordare Luzzati, che ci ha lasciato da qualche anno e al quale ero legato da un’amicizia e una collaborazione che mi piace qui ricordare. La seconda nota da aggiungere è che per felice coincidenza questa ripresa nasce mentre ho deciso di dedicare quest’anno del mio lavoro alle tante anche nuove suggestioni che il nostro mare Mediterraneo ci offre. È evidente che in questa improbabile Algeri, Rossini si è divertito alle spalle di un mondo poco conosciuto, oggetto di facile e un po’ rozzo scherno, traguardo di tante opere buffe. Mi sembra per la verità che questa volta Rossini si sia voluto divertire in eguale misura dei ‘turchi’ e degli ‘italiani’, di cui peraltro conosce meglio anche i difetti, fino a costruire con Isabella e Taddeo una coppia di straordinario e vitalissimo divertimento. A ‘Mammaliturchi’ Rossini sembra aggiungere con il sorriso anche ‘Mamma gli italiani’, e questo anche consente di leggere L’italiana in Algeri con distacco divertito e inevitabilmente attualizzabile”.
“Da tanti anni porto Rossini nel mondo – dice Ferro – al punto da essere identificato come un direttore rossiniano, quando accanto a questo ho fatto e faccio molte altre cose. Il mio invito ai cantanti, anche in questa occasione, è di interpretare Rossini dimenticando i compositori che sono venuti dopo, a cominciare da Donizetti, moderando il belcantismo, rinunciando agli ‘abbellimenti’ e restando fedeli a questo straordinario stile”.
“Una grande felicità essere qui – dice Marianna Pizzolato – è bello avere visto questo spettacolo da spettatrice nel 2000 e adesso esserne protagonista, è bello svegliarsi nel proprio letto e andare alle prove da casa. Delle opere rossiniane L’Italiana in Algeri è quella che mi porto sempre nel cuore, spero che mi accompagni ancora per molto tempo. Un’opera raffinatissima, coltissima, dai valori universali”. Aggiunge Vincenzo Taormina: “Palermo è la mia città, e cantare qui significa per me dare sempre qualcosa in più. Taddeo poi è un ruolo che adoro, che mi dà grande possibilità di divertirmi”.
Per Simone Alaimo un ruolo, quello di Mustafà, che gli è entrato dentro: “Con le recite di Palermo saranno 816 nel ruolo di Mustafà, i miei figli hanno chiamato la nostra villetta Villa Mustafà. Ed essere nella mia Palermo è sempre un’emozione indicibile”.
Il libretto, di Angelo Anelli, era già stato musicato, nel 1808, da Luigi Mosca. “Ma se l’opera dello sconosciuto compositore napoletano – scrive Paolo Gallarati nel programma di sala – appare come la base che ha reso saldo, audace, e prorompente di vita il rivoluzionario capolavoro del giovanissimo Rossini, questi è riuscito a fondare, con L’italiana in Algeri, un sistema comico-drammatico di assoluta coerenza che costituisce con Il barbiere di Siviglia e La Cenerentola il vertice della sua produzione comica. Se Il barbiere di Siviglia presenta i personaggi più plastici e veri di tutto il teatro di Rossini, e La Cenerentola si caratterizza per una singolare morbidezza di colori, L’italiana in Algeri possiede al massimo grado il segreto dell’espressione farsesca, portandola a una dimensione di travolgente vitalità”.
Nel cast alternativo c’è Teresa Iervolino, giovane mezzosoprano che già ha cantato Cenerentola a Palermo, e torna dopo recenti trionfi a Opera Bastille e Festival Salisburgo. Tenore Levy Segkpane, giovanissimo sudafricano vincitore dell’ultimo concorso Operalia di Placido Domingo. Debutta in Mustafà Luca Tittoto, raffinatissimo interprete già varie volte a Palermo, che tornerà per il Tell nel ruolo di Gesler. Francesco Vultaggio (Taddeo) è un altro giovane siciliano molto bravo e di grande verve vocale e scenica.