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Omer Meir Wellber, a Palermo per il concerto di inaugurazione della stagione concertistica 2019 che avrà luogo sabato 9 marzo alle ore 20.30, ha incontrato la stampa per presentare insieme al presidente della Fondazione Teatro Massimo, Leoluca Orlando, e al sovrintendente Francesco Giambrone i progetti che lo vedranno a Palermo dal gennaio 2020, quando assumerà il ruolo di direttore musicale, mentre dalla stessa data Gabriele Ferro sarà direttore musicale onorario a vita.
Due i grandi progetti operistici in programma nel 2020: Parsifal, inaugurazione della stagione 2020, assente nella programmazione del Teatro Massimo da ben 65 anni (è stata eseguita per l’ultima volta nel 1955), sarà la prima opera diretta da Omer Meir Wellber a Palermo nel suo nuovo ruolo di direttore musicale. Parsifal, ultima opera di Wagner, portata a termine dal compositore a Palermo, torna quindi al Teatro Massimo in una prestigiosa produzione, che vedrà l’atteso ritorno di Graham Vick, dopo il Ring creato per Palermo, per la regia di questa nuova produzione. Omer Meir Wellber ha espresso la soddisfazione di lavorare con Graham Vick: «è stato la prima persona alla quale ho pensato quando abbiamo deciso quest’impegno a Palermo; Graham teneva molto a fare Parsifal, e farlo a Palermo significa cercare nell’opera un significato legato alla città, alla sua essenza multiculturale, di cui abbiamo parlato con il sindaco. È per questo che anche agli altri registi delle opere di inaugurazione dei prossimi anni ho chiesto di cercare un elemento di ispirazione che riguardi Palermo: ieri sera ho girato la città fino a notte con Johannes Erath, che farà la regia per Evgenij Onegin di Čajkovskij che sarà l’opera di inaugurazione del 2021; altri titoli saranno Les vêpres siciliennes nel ’22 e nel ’23 Le grand macabre di Ligeti, rispecchiando la multiculturalità della città nella scelta di opere in lingue sempre diverse. Conosco pochi teatri italiani che in questo momento possano programmare dei titoli così differenti tra di loro per le inaugurazioni di stagione». Nel percorso di crescita per le formazioni del Teatro Massimo Omer Meir Wellber inserisce anche il progetto di una tournée nel Nord Europa nel 2021 per l’orchestra, con il repertorio sinfonico quindi, proprio per segnare un passo avanti nella ricerca della qualità artistica.
Nell’autunno 2020 un progetto innovativo che vedrà, per la prima volta a Palermo, le tre opere della trilogia Mozart-Da Ponte presentate insieme. Don Giovanni, Le nozze di Figaro e Così fan tutte saranno dirette da Wellber e proposte in un nuovo allestimento con la regia di LeLab (Jean Philippe Clarac e Olivier Deloeuil) realizzato in coproduzione con il Théâtre La Monnaie di Bruxelles. In un’unica struttura scenica si muoveranno i personaggi delle tre opere di Mozart e Da Ponte, permettendo di esplorare per ciascuna una tematica della complessità delle relazioni umane al giorno d’oggi. Dunque una trilogia in tre episodi, con un cast che vedrà ogni interprete impegnato in almeno due delle opere, creando così collegamenti tra i personaggi e intessendo una fitta rete di riferimenti tra i titoli.
Omer Meir Wellber sarà a Palermo già dal primo gennaio 2020, quando dirigerà l’attesissimo appuntamento del Concerto di Capodanno, con Orchestra e Coro della Fondazione e la partecipazione eccezionale del basso Erwin Schrott. Un concerto per il quale il programma sarà ancora una volta a immagine della città, coinvolgendo in scena anche gruppi musicali delle diverse comunità presenti a Palermo.
Nel corso della prima stagione concertistica come direttore musicale del Teatro Massimo, in occasione del duecentocinquantesimo anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven al quale il Teatro Massimo renderà omaggio con un ciclo di concerti articolato in due parti, Omer Meir Wellber dirigerà il concerto di apertura centrato sulle grandi sinfonie e diviso in tre appuntamenti: in quell’occasione sarà ospite anche la violinista Midori per il Concerto per violino in re maggiore, mentre il secondo concerto beethoveniano vedrà sul podio Gabriele Ferro. In programma anche una commissione alla compositrice israeliana Ella Milch-Sheriff, per un lavoro la cui ispirazione parte da un sogno di Beethoven. A novembre 2020 secondo momento del ciclo Beethoven con l’integrale dei concerti per pianoforte e orchestra; nella doppia veste di pianista e direttore vi sarà Paul Lewis, acclamato per le sue interpretazioni delle integrali di Beethoven e di Schubert.
Per il presidente della Fondazione Leoluca Orlando, che ha accolto il direttore al suo ritorno a Palermo, quello di Omer Meir Wellber è «un nome di altissimo profilo, che conferma la sempre più importante dimensione internazionale del Teatro Massimo, legame e ponte fra Palermo e il mondo, messaggero di Palermo e della Sicilia nel mondo. Quella che si apre è una stagione che, ne sono certo, continuerà ad attrarre palermitani e turisti in un circuito virtuoso di cultura, socialità, economia. Il Teatro Massimo è un teatro forte, con un forte rapporto con la città. Al di là dei numeri, è in questo il senso vero dell’orgoglio per quello che si è fatto e si farà, e ringrazio Omer Meir Wellber per la sua disponibilità».
Il sovrintendente Francesco Giambrone ha anticipato l’altissima levatura dei nomi degli artisti ospiti per la stagione 2020: «in questa settimana in cui il Teatro Massimo è stato presente a Berlino e a Tokyo per promuovere le attività della prossima stagione, tra le quali anche la tournée giapponese, è importante sottolineare come l’attenzione per i grandi artisti e per la cura del livello qualitativo dei complessi artistici della Fondazione sarà l’obiettivo primario delle prossime stagioni. Un Teatro che dopo l’importante lavoro svolto negli ultimi anni, si proietta interamente in una dimensione internazionale, e ora rafforza la sua visione progettuale in una bella intesa con il nuovo direttore musicale, con il quale condivide gli intenti principali, come ad esempio la scelta di puntare sul sociale e sui bambini. In questo momento il nostro sforzo si concentra sulla volontà continua di alzare il livello di qualità: la forza del nostro progetto è nell’idea che condividiamo e che condividiamo con la città, quella di un teatro che, al di là dei singoli spettacoli, serva a qualcosa e lasci un segno duraturo».
Angela Fodale