Portato a termine un importante intervento di innovazione tecnologica. Sostituiti e digitalizzati buona parte dei “tiri di scena”, gli argani per il sollevamento di scenografie, luci e fondali, che renderanno il teatro più innovativo, moderno e sicuro.

La magia del teatro, si sa, fa apparire semplice e naturale tutto quello che accade sul palcoscenico. Ma in realtà dietro le quinte di un teatro lirico, insieme alla maestria del personale specializzato che rende possibile lo spettacolo, ci si avvale di un apparato tecnologico complesso, fatto di argani di sollevamento scene, funi, catene, cavi, motori elettrici, piani girevoli, graticce, cieli forati, e via dicendo.

È iniziato al Teatro Massimo un processo di ammodernamento di questo apparato tecnico, a cominciare dagli argani dei “tiri di scena”, che sono stati sostituiti con motori a velocità modulabile, che consentono di evitare i contraccolpi e di rendere le manovre più sicure. Insieme agli argani è stata predisposta una nuova cabina di alimentazione con la predisposizioni di tutti i cavi elettrici che serviranno per le implementazioni future.

“Abbiamo cominciato il processo di ammodernamento del teatro” – dichiara il sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo Francesco Giambrone – a partire dai “tiri di scena” che miglioreranno la qualità e la tecnologia del palcoscenico, rendendolo più rispondente alle esigenze di un teatro moderno e più sicuro. È un intervento importante – continua Giambrone – realizzato con un cofinanziamento dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali che ha coperto il 73% dei costi, mentre il 27% lo ha aggiunto la Fondazione. Siamo all’inizio di un processo di grande cambiamento e di innovazione che sarà portato a termine nei prossimi anni e che ci permetterà di produrre allestimenti sempre più complessi e in linea con i grandi teatri europei con i quali già da tempo coproduciamo tanti spettacoli”.

Dopo i collaudi previsti, il palcoscenico con la nuova dotazione tecnologica sarà inaugurato il 17 settembre con Carmen, diretta da Omer Meir Wellber.

Ufficio Stampa
Fondazione Teatro Massimo

Giovannella Brancato
giobrancato@teatromassimo.it