Nuove musiche festival, the first big concert tomorrow evening at the Teatro Massimo. Music inspired by the East with the Singer of the Dalai Lama: Gabriele Ferro on the podium. From the Tibetan Book of the Dead to Wagner, passing through Glass and Stockausen. Also on the program are songs from the soundtrack of the film “Kundun”.

Press Release, Palermo November 20 2015

First major appointment with the Nuove musiche Festival, which opens its second edition tomorrow, Saturday 21 November at 8.30 pm, in collaboration with numerous institutions and cultural realities of the city. And it does so with the concert “Perdersi, ritrovarsi…”, a concert inspired by the East which sees the exceptional presence of the Singer of the Venerable Dalai Lama, Ngawang Tashi Bapu, known as Tashi Lama, and a program that traces the paths of transcendence starting from the Tibetan Book of the Dead (Bardo Thodol) to proceed with the music of Glass, Stockhausen and Wagner. On the podium Gabriele Ferro, musical director of the Teatro Massimo.

Full press release in Italian below.

Nuove musiche, in ideale collegamento con quelle Settimane Internazionali Nuova Musica che, negli anni Sessanta, resero Palermo protagonista del dibattito musicale e culturale. Ma nuove anche perché propongono al pubblico brani recentissimi – alcuni dei quali commissionati nell’occasione dal Teatro Massimo – o interpretazioni che ribaltano ogni attesa, seguendo il filo di una contemporaneità sorprendente e mai scontata. Dieci appuntamenti che tessono Oriente e Occidente, che vedono tra i protagonisti Vladimir Luxuria per Chansons de Bilitis di Debussy; Cabaret Contemporain che interpreta Kraftwerk con strumenti tradizionali, e che propongono musiche che raccontano tutto il Novecento, da Luigi Nono a Sofia Gubaidulina, da Steve Reich a Salvatore Sciarrino.

Il concerto di domani sera ha come punto comune dei brani in programma una visione “orientale” della musica: quel che viene eseguito, o che giunge all’ascoltatore, è solo una porzione di un flusso continuo universale, di un continuo divenire sonoro. Il Canto tantrico dal Libro tibetano dei morti, raccolta di testi sapienziali risalente al quattrodicesimo secolo, descrive quel che avviene all’anima nell’intervallo (bardo, alla lettera stato di transizione) tra la morte corporale e la reincarnazione successiva. Il suo interprete sarà Geshe Ngawang Tashi Bapu, Cantore del venerabile Dalai Lama e attualmente direttore del Central Institute of Himalayan Culture Studies in India, che intonerà anche le note scritte per lui da Philip Glass. Sand Mandala e Escape to India sono rispettivamente il momento iniziale e quello conclusivo della colonna sonora creata da Glass per Kundun di Martin Scorsese. Il film, realizzato nel 1997 dal regista italo-americano, narra l’infanzia del quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso. Con le musiche composte per Kundun, che interpolano interventi eseguiti da Tashi Lama, Glass è stato nominato nel 1998 per la miglior colonna sonora tanto per il premio Oscar che per il Golden Globe.

Ma l’Oriente è una componente fondamentale anche nella musica e negli scritti di Richard Wagner, di cui saranno eseguiti il Preludio e Isoldes Liebestod da Tristan und Isolde. L’opera, che dal punto di vista letterario rientra nel ciclo bretone, nella versione di Wagner reca una chiara impronta orientaleggiante.