Informazioni
Programma
16 dicembre
ore 19:40
Presentazione
Teatro Massimo e Palazzo Butera presentano una mostra congiunta che collega idealmente le sale del palazzo settecentesco affacciato sul mare con il Teatro, cuore pulsante della città. Elisabeth Scherffig, Contrappunto (14 maggio – 5 novembre 2023) ripercorre le scelte dell’artista tedesca che ha creato le immagini della campagna di comunicazione della stagione 2022-2023 del Teatro Massimo con una mostra che fa dialogare musica e disegno. L’artista, che ha alle sue spalle una carriera internazionale ed espone per la prima volta a Palermo, presenta le sue opere nel foyer e nella Sala Pompeiana del Teatro e nella Sala 19 del secondo piano di Palazzo Butera. Si potranno vedere le sue straordinarie prove grafiche, a pastello, spesso di grandi dimensioni, a confronto con l’architettura e le decorazioni del Teatro.
“La Scherffig ha immaginato, apposta per questa collaborazione, una sovrapposizione di due piante di Palermo, dove il Teatro si proietta al di fuori dei suoi confini e finisce per assumere la scala del porto, luogo dell’accoglienza e dello scambio” – dice Claudio Gulli, direttore di Palazzo Butera, che aggiunge – “Nell’immagine che accompagna la stagione del Teatro Massimo, su quest’opera sono poggiate due teste – in organza di seta e porcellana e in porcellana rivestita d’oro. La testa dorata, dal lato del centro storico, sussurra qualcosa all’orecchio del Teatro: da quel lato si giocano i veri destini della città, da lì arriva la voce più calda. La testa bianca abita la città moderna, forse ha uno sguardo più distante e ricettivo. Può ascoltare in fondo il suono profondo della storia e interpretarlo, a suo modo, come se fosse un individuo proiettato nel futuro. È qui che si colloca anche la predisposizione di chi vede in Palazzo Butera un tassello ulteriore, privato ma aperto a tutti, di un mosaico cittadino”. Al Teatro Massimo oltre alle due teste, la pianta sdoppiata di Palermo e quattro pastelli di grandi dimensioni, un altro punto forte della mostra sarà Quasi un paesaggio (2003) i dieci pannelli di seta ricamata che saranno esposti al centro della Sala Pompeiana. Mentre a Palazzo Butera la sala della mostra sarà dedicata ai ficus che l’artista ha ritratto in più occasioni e che sono stati utilizzati dal Teatro Massimo per l’immagine della Traviata. Questo inserimento arricchisce la presenza delle opere della Scherffig nel percorso espositivo del Palazzo, dove al piano terra sono visibili lavori appartenenti alla serie Vitrea e altri disegni dal formato monumentale.
“Il Teatro Massimo si propone come spazio aperto di dialogo tra le arti – dice il sovrintendente Marco Betta. Grazie all’accordo di collaborazione che abbiamo siglato con la Fondazione Palazzo Butera abbiamo l’opportunità di far conoscere al nostro pubblico il lavoro di una artista straordinaria come Elisabeth Scherffig. Con il suo tratto e la sua visione ha interpretato la centralità del Teatro nella vita culturale della città e ha disegnato una trama di architetture naturali e urbane che suggeriscono un’idea polifonica di città – che condividiamo – che intreccia i linguaggi del presente”.
Sulla mostra
Le opere presenti sono state scelte dall’artista in risposta all’architettura monumentale del Teatro con cui si confronta. I grandi disegni esposti nel foyer – Senza titolo (2019) e Vigna (2016) – sono stati utilizzati per la grafica di due opere, ad apertura e a chiusura della stagione, il Kaiserrequiem e Orfeo ed Euridice. Sono pastelli che mostrano la maestria dell’artista nel padroneggiare il gessetto, che è la linea principale della sua ricerca sin dagli esordi.
Nella sala pompeiana invece sono esposti due cicli: tre pastelli con le mura romane di Milano e dieci pannelli in seta. Con la loro imponenza, i Muri romani (1989) si stagliano all’interno della sala a pianta circolare, quasi ad accompagnarne il movimento e a svelare cosa si cela dietro le decorazioni di fine Ottocento. Al centro invece, Quasi un paesaggio (2003) sviluppa all’interno del teatro a una dimensione intima, leggera e trasparente. Finora l’opera era stata esposta in due chiese di dimensioni monumentali (a Ornavasso e a Como nel 2010), ora si presta a essere utilizzata come luogo immaginario da cui può prendere vita una musica. Nelle sete sono cucite delle figurazioni di piccole case per gli attrezzi di pescatori in Andalusia.
Elisabeth Scherffig
Elisabeth Scherffig è nata a Düsseldorf nel 1949, vive a Milano dal 1971. Il suo lavoro si compone di tessiture di diversi materiali. Dalle opere su carta, dove affiorano spesso frammenti di città, alla scultura in porcellana, le combinazioni esplorano effetti di luce soffusi e delicati.
Il paesaggio urbano è un filo conduttore della sua ricerca e negli anni ha sperimentato sovrapposizioni, trasparenze e leggerezze, fino a creare un lessico personale. Al suo percorso sono state dedicate monografie, come Urbs et civitas (a cura di Angela Madesani, con testi di Gillo Dorfles e Antonello Negri, Baldini Castoldi Dalai, 2009), e mostre in Italia (Parva sed apta mihi, Milano, Studio Francesco Messina, 2014) e all’estero (Vitrea, Londra, Faggionato Fine Art, 2012; Over under sideways down, New York, Faggionato Fine Art, 2005). Nell’allestimento di Palazzo Butera inaugurato nel 2021, alla Scherffig è dedicata un’intera sala del piano terra. Fra le altre opere esposte, i disegni del grande ficus di Piazza Marina sono stati concepiti apposta per Palazzo Butera.
Orario
Domenica 14 maggio alle 18:30, a ingresso libero.
Nei giorni successivi la mostra è visitabile con il biglietto unico fra Teatro Massimo e Palazzo Butera (15 euro) che dà accesso alla visita guidata completa del Teatro Massimo e permette di visitare le trenta sale che compongono il percorso espositivo di Palazzo Butera.
Oppure in ciascuna delle due sedi, acquistando un biglietto singolo, con le relative riduzioni.
Orari: Teatro Massimo tutti i giorni, da lunedì a domenica dalle 9:00 alle 18:00 (ultimo ingresso alle 17.30) www.teatromassimo.it; Palazzo Butera: da martedì a domenica dalle 10:00 alle 20:00 www.palazzobutera.it.
Informazioni
L’ingresso è gratuito sino a esaurimento posti.
L’accesso alla Sala Onu avverrà attraverso l’ingresso con scala situato nell’area portineria/ingresso artisti (lato Via Pignatelli Aragona).
La sala è raggiungibile anche attraverso il percorso accessibile senza gradini con ascensore (all’arrivo in Teatro rivolgersi al personale di sala per maggiori informazioni).
Le presentazioni delle opere in scena a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo.
Programma
Alessia Cervini e Anna Tedesco
ci parlano di Rigoletto di Giuseppe Verdi.
WebTV
l’opera inaugurale della Stagione 2023-24
I Capuleti e i Montecchi
in diretta streaming
domenica 26 novembre sulla WebTv del Teatro
Orario
26 novembre 2023
ore 17:20 sulla WebTV del Teatro
Informazioni
Venerdì 8 marzo 2024, ore 20:30 | Foyer
Direttrice Mojca Lavrenčič
Orchestra del Teatro Massimo
Biglietti: Intero 15€ / Ridotto 12€
Programma
Anna Amalia von Sachsen Weimar Eisenach
Ouverture da Erwin und Elmire
Fanny Mendelssohn
Ouverture in Do maggiore
Louise Farrenc
Sinfonia n. 3 in Sol minore op. 36
Emilie Mayer
Ouverture n. 2 in Re maggiore
Info
Cast creativo
Direzione creativa Luca Pintacuda
Direzione artistica Antonino Serafino
Screenplay Fabrizio Pedone
Musiche e performance live Giulia Tagliavia, Giovanni Magaglio
Interaction Design Alessandro Disingrini, Albert Julius Cabri
Designer Lidia Falletta, Serena Pantaleo, Claudia Rago, John Mark Poultry, Rosaria Gallè
Biglietti
Biglietti
Intero 12 € + 8 € visita guidata
Ridotto (under 26 e card under 35) 8 € + 6 € visita guidata
Ridotto scolaresche 4 € + 3 € visita guidata
Gratuità: un docente accompagnatore ogni 10 studenti, studenti H e loro docenti di sostegno
È possibile acquistare anche il solo spettacolo (senza la visita guidata)
Galleria
Sullo spettacolo
Un’esperienza nella quale il pubblico si troverà avvolto da proiezioni, luci, musica; uno spettacolo unico nel suo genere in cui i palchi, il soffitto e i teli olografici diventano le superfici di proiezione sulle quali si sviluppa la narrazione. Armonie e disarmonie della natura hanno nei secoli, ispirato musicisti e compositori, che hanno provato a tradurre in musica l’avvicendarsi delle stagioni, i rumori prodotti dai fenomeni naturali, dagli esseri viventi, dai movimenti del cosmo.“Suoni in Estinzione” si interroga e interroga lo spettatore sul rapporto fra musica, arte e ambiente naturale, e sull’evoluzione di questo rapporto in relazione ad un mondo che è sempre più artificiale, urbano, virtuale e al pericolo della progressiva scomparsa di interi ecosistemi.