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Lo spettacolo

Dal 16 al 23 dicembre 2023 | Sala Grande, Teatro Massimo

Musica di Giuseppe Verdi
Direttore Carlo Goldstein
Regia Mario Pontiggia
Scene Francesco Zito e Antonella Conte
Costumi Francesco Zito
Luci Bruno Ciulli
Coreografia Gaetano La Mantia
Assistente alla regia Angelica Dettori
Allestimento del Teatro Massimo 

 

Personaggi e interpreti

Violetta Nino Machaidze (17, 20, 22, 24) / Jessica Nuccio (18, 19, 21)
Giorgio Germont Roberto Frontali (17, 20, 22) / Francesco Vultaggio (18, 19, 21, 24)
Alfredo Saimir Pirgu (17, 20, 22) / Giulio Pelligra (19, 24) / Alessandro Scotto Di Luzio (18, 21)
Flora Tonia Langella
Gastone Blagoj Nacoski
Il Barone Douphol Italo Proferisce
Il marchese d’Obigny Luciano Roberti
Il dottor Grenvil Andrea Comelli
Annina Francesca Manzo
Giuseppe Alfio Vacanti (17, 20, 22, 24) / Carlo Morgante (18, 19, 21)
Un domestico di Flora / Un commissionario Antonio Barbagallo (17, 20, 22, 24) / Enrico Cossutta (18, 19, 21)
Zingarella Francesca Davoli (17, 18, 21, 22) / Lucia Ermetto (19, 20, 24)
Matador Michele Morelli (17, 18, 21, 22) / Diego Millesimo (19, 20, 24)
Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo
Maestro del CoroSalvatore Punturo
Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau

 

Argomento

ATTO I

Violetta Valéry sa di essere destinata a morire giovane, distrutta dalla tisi e dalla sua vita di cortigiana. Durante una festa in casa propria incontra Alfredo Germont, che da un anno la ama in silenzio. Gli invitati chiedono ad Alfredo di fare un brindisi: il giovane celebra l’amore vero, mentre Violetta risponde con un elogio dell’amore libero (“Libia- mo ne’ lieti calici”). Improvvisamente la donna ha un malore, e gli invitati si ritirano; con lei rimane solo Alfredo, che approfitta dell’occasione per rivelarle il suo amore (“Un dì, felice, eterea”). Violetta risponde che nella sua vita non c’è posto per un sentimento profondo, ma poi dona ad Alfredo una camelia, chiedendogli di tornare da lei quando il fiore sarà appassito, quindi l’indomani.
Rimasta sola, Violetta si dibatte tra emozioni contrastanti – non vuole rinunciare al suo stile di vita, ma al tempo stesso sente che Alfredo ha risvegliato in lei il desiderio di un grande amore (“Ah, forse è lui che l’anima”).

ATTO II

Violetta ha scelto di vivere con Alfredo, e i due si sono ritirati in campagna, lontano dalla vita mondana (“De’ miei bollenti spiriti”). Alfredo scopre però che ciò è possibile solo perché Violetta sta vendendo tutti i suoi beni, e parte immediamente per Parigi per procurarsi del denaro. Violetta ha ricevuto un invito a un ballo in maschera in casa dell’amica Flora, ma ormai non ha interesse per questo tipo di divertimenti.
Mentre Alfredo è a Parigi suo padre, Giorgio Germont, si reca da Violetta. Egli esige che si separi da suo figlio, perché la loro relazione scandalosa minaccia il matrimonio

imminente della sorella di Alfredo (“Pura siccome un angelo”). Nel corso del dialogo Germont si rende conto dell’amore disinteressato di Violetta, che finisce per cedere alle pressioni accettando di lasciare Alfredo per sempre; in cambio chiede solo che dopo la sua morte l’uomo amato apprenda la verità (“Morrò! La mia memoria”).

Violetta decide di accettare l’invito al ballo e scrive una lettera di addio ad Alfredo; quan- do questi torna, è raggiunto dal padre, che tenta di consolarlo dopo la lettura del messaggio di Violetta (“Di Provenza il mar, il suol”). Ma i ricordi felici della casa natale e della famiglia non possono impedire ad Alfredo, furente di gelosia, di correre per vendicarsi dell’apparente tradimento di Violetta.
Al ballo in maschera in casa di Flora si diffonde la notizia della separazione di Violetta e Alfredo. Quando arrivano Violetta e il suo nuovo amante, il barone Douphol, Alfredo sfida il barone a carte, e vince. Quando tutti si ritirano, Alfredo affronta Violetta, che finge di essere davvero innamorata del barone. Furioso, Alfredo chiama gli invitati a testimoni e dichiara di non dover più niente a Violetta, gettandole in faccia i soldi che ha vinto al gio- co (“Ogni suo aver tal femmina”). Giorgio Germont, che è arrivato in tempo per assistere alla scena, rimprovera il figlio per il suo comportamento, mentre il barone sfida il rivale a duello.

ATTO III

Violetta è in punto di morte. Giorgio Germont le ha scritto, raccontandole che Alfredo è uscito incolume dal duello. Germont, in preda ai rimorsi, ha svelato al figlio il sacrificio di Violetta, ed entrambi saranno da lei al più presto; ma la donna teme che sarà troppo tardi (“Addio, del passato bei sogni ridenti”). Dall’esterno arriva il rumore dei festeggiamenti del carnevale. Ma all’arrivo di Alfredo Violetta sembra ritrovare tutta la sua gioia di vivere (“Parigi, o cara, noi lasceremo”). Per un momento sembra che il dolore e la sofferenza siano cessati… un’ultima illusione, prima della morte.

Lo spettacolo

Dal 17 al 23 febbraio 2023 | Sala Grande, Teatro Massimo

Dramma buffo in tre atti
di Gaetano Donizetti

Direttore Michele Spotti
Regia Damiano Michieletto
ripresa da Daniel Dooner
Scene Paolo Fantin
Costumi Agostino Cavalca
Luci Alessandro Carletti
Video Roland Horvath/Roca Film
Assistente del direttore Danila Grassi

Scenografo collaboratore Piero De Francesco
Assistente ai costumi Camilla Masellis

Assistente alle luci Ludovico Gobbi

Nuovo allestimento del Teatro Massimo in coproduzione con ROH Covent Garden e Opéra di Parigi

 

Personaggi e interpreti

Don Pasquale Michele Pertusi (17, 19, 21, 23) / Carlo Lepore (18, 22)
Ernesto René Barbera (17, 19, 21, 23) Ioan Hotea (18, 22)
Norina Giuliana Gianfaldoni (17, 19, 21, 23) / Marina Monzò (18, 22)
Dottor Malatesta Markus Werba (17, 19, 21, 23) / Christian Senn (18, 22)
Notaio Enrico Cossutta

Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Maestro del Coro Salvatore Punturo

Informazioni

ATTO I

Don Pasquale, vecchio scapolo, progetta di sposarsi per punire la ribellione del nipote Ernesto, che è innamorato della giovane vedova Norina. Don Pasquale vuole un erede per disereditare il giovanotto. Consulta il Dottor Malatesta, amico di Ernesto, che gli suggerisce di sposare una sua sorella. Ringalluzzito, Don Pasquale chiede di incontrare subito la bella giovine. Ernesto arriva e di nuovo rifiuta di soddisfare le richieste dello zio facendo un matrimonio d’interesse. Don Pasquale allora lo scaccia di casa e gli annuncia il proprio prossimo matrimonio con la sorella di Malatesta. Ernesto vede svanire tutti i propri sogni ed è deluso dal tradimento dell’amico. Norina è sola in casa, intenta a leggere ridendo un romantico racconto: la sua capacità di seduzione è in grado di vincere qualsiasi cavaliere. Malatesta arriva e le spiega che la sua trama è volta a favorire Norina ed Ernesto: sarà lei infatti ad impersonare sua sorella per sposare Don Pasquale in una finta cerimonia, portandolo poi alla disperazione. Norina è disposta a stare al gioco, purché tutto serva per ottenere la felicità di Ernesto.

ATTO II

Ernesto, ignaro dei progetti di Malatesta, è disperato perché deve abbandonare Norina e la patria. Don Pasquale, invece, è impaziente di incontrare la sua futura sposa e ha un colpo di fulmine non appena Malatesta gli presenta la timida “Sofronia”. Deciso a sposarla sull’istante, fa intervenire il notaio (in realtà un cugino del dottore). Ma nel corso della cerimonia, giunge improvviso Ernesto. Malatesta gli accenna velocemente la trama ed Ernesto sta subito al gioco, facendo da testimone al contratto di matrimonio. Dopo la firma del documento, con il quale Don Pasquale lascia a Norina tutti i suoi beni, Norina si trasforma: non più una timida fanciulla, ma una donna imperiosa e disinibita. Don Pasquale, scioccato, tenta di protestare mentre Ernesto e Malatesta si divertono alle sue spalle.

ATTO III

La nuova moglie di Don Pasquale spende e spande: la casa è piena di servitù e i fornitori portano pacchi di vestiti e gioielli. Don Pasquale è furioso e vorrebbe imporre i propri diritti di marito. Norina, vestita elegantemente, è pronta ad uscire per passare la serata a teatro: quando il marito tenta di bloccarla, lo schiaffeggia, pur sentendo una punta di dispiacere per l’umiliazione che gli infligge. Andando via, lasciare cadere una lettera dalla quale si capisce che ha un appuntamento per quella notte in giardino con uno sconosciuto amante. Don Pasquale manda subito a chiamare Malatesta. Il dottore raccomanda ad Ernesto, che interpreterà l’amante di Sofronia, di non farsi riconoscere. Malatesta consiglia poi a Don Pasquale di non fare un pubblico scandalo, ma di appostarsi in giardino per assistere all’incontro e, se davvero “Sofronia” si rivelerà colpevole, di scacciarla. In giardino, Ernesto canta una serenata per “Sofronia” e poi le dichiara il suo amore, scappando all’arrivo di Don Pasquale e Malatesta. Norina protesta la propria innocenza, Malatesta annuncia che a breve giungerà in casa anche la moglie di Ernesto, Norina, acerrima nemica di “Sofronia”. Vedendo la furia della moglie all’idea di avere in casa un’altra donna, Don Pasquale si convince ad appoggiare in pieno il matrimo- nio del nipote con Norina, addirittura promettendo di sostenere economicamente la giovane e squattrinata coppia; tutto pur di liberarsi dalle tirannie della moglie! Svelata la vera identità di Norina, Don Pasquale accetta la situazione: il matrimonio non fa per un vecchio scapolo.

Lo spettacolo

dal 8 al 9 novembre 2022 | Sala Grande, Teatro Massimo

Direttore Omer Meir Wellber
Regia Marco Gandini
Scene Gabriele Moreschi
Costumi Johann Stegmeir
Light designer Francesco Vignati
Video maker Virginio Levrio
Effetti speciali Filippo Scortichini
Coreografia Marco Berriel
Assistente scene e video Ludovico Gandellini
Assistente alla regiaJesús Noguera

 

Personaggi e interpreti

Kaiser Overall  Markus Werba
Der Lautsprecher Karl Huml
Ein Soldat Antonio Gares
Harlequin/Tenore Requiem Cameron Becker
Bubikopf/Soprano Requiem Lavinia Bini
Der Tod/Basso Requiem Grigory Shkarupa
Der Trommler/Mezzosoprano Requiem Julia Rutigliano

Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo
Maestro del Coro Salvatore Punturo
Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau

Informazioni

Viktor Ullmann

Der Kaiser von Atlantis

Wolfgang Amadeus Mozart

Messa da requiem K 626

Ph. Rosellina Garbo / Franco Lannino

Lo spettacolo

Direttore Davide Levi
Regia Roberto Catalano
Scene Emanuele Sinisi
Costumi Ilaria Ariemme
Luci Fiammetta Baldiserri
Riprese da Oscar Frosio
Assistente alla regia Luca Baracchini
Movimenti coreografici Jean-Sébastien Colau

Nuovo allestimento in coproduzione con l’Opera di Tenerife e Teatro Regio di Parma

La Prima di venerdì 30 settembre sarà trasmessa in diretta streaming sulla WebTv del Teatro.

 

Personaggi e interpreti

Geronimo Vincenzo Taormina (30, 2, 5) / Francesco Leone (1, 4)
Elisetta Anna Maria Sarra (30, 2, 5) / Marilena Ruta (1, 4)
CarolinaVeronica Marini (30, 2, 5) / Giulia Mazzola (1, 4)
Fidalma Marianna Pizzolato (30, 2, 5) / Claire Gascoin (1, 4)
Conte Robinson Omar Montanari (30, 2, 5) / Jan Antem (1, 4)
Paolino Giorgio Misseri (30, 2, 5) / Antonio Mandrillo (1, 4)
Maestro al cembalo Giuseppe Cinà

Orchestra e Corpo di ballo del Teatro Massimo

Informazioni

Atto primo

I giovani Paolino e Carolina mantengono il segreto assoluto sul loro matrimonio, nel timore di incorrere nelle ire di Geronimo, padre di Carolina, deluso nelle sue speranze di trovare un marito titolato per le figlie.

Atto secondo

Il conte è decisissimo a sposare Carolina e lo spiega a Geronimo, aggiungendo che rinuncerà anche a metà della dote. Placato da questa promessa, Geronimo si convince delle recenti nozze tra Robinson e Carolina.

Lo spettacolo

Racconto in musica, canto, parole recitate e immagini in tre parti

Musica di Marco Tutino
Drammaturgia e regia Emanuela Giordano
Direttore Alessandro Cadario
Video Pierfrancesco Li Donni e Matteo Gherardini
Soprano Maria Teresa Leva
Attori Jonathan Lazzini, Anna Manella, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Simone Tudda

Orchestra e Coro del Teatro Massimo 
Maestro del coro Ciro Visco
Una coproduzione Teatro Regio Torino, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Fondazione per la Cultura Torino MITO Settembre MusicaTeatro Massimo di Palermo

Informazioni

Racconto in musica

Nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio