Informazioni
12 Marzo 2024, alle 16:30 | Sala Onu, Teatro Massimo
Saluti del sindaco di Palermo, professore Roberto La Galla
Introduce e modera Maurizio Rosso, già danzatore classico, Teatro Massimo di Palermo
Intervengono:
Giorgio Palumbo, docente di filosofia teoretica, Università di Palermo
Maria Antonietta Spinosa, docente di estetica, Facoltà teologica di Sicilia
Giuseppina D’Addelfio, docente di filosofia dell’educazione, Università di Palermo
Jean Sebastian Colau, direttore del ballo, Teatro Massimo di Palermo
Conclusioni del maestro Marco Betta, sovrintendente Fondazione Teatro Massimo di Palermo
L’ingresso è gratuito sino a esaurimento posti.
L’accesso alla Sala Onu avverrà attraverso l’ingresso con scala situato nell’area portineria/ingresso artisti (lato Via Pignatelli Aragona).
La sala è raggiungibile anche attraverso il percorso accessibile senza gradini con ascensore (all’arrivo in Teatro rivolgersi al personale di sala per maggiori informazioni).
Programma
La danza del senso - tra dimensione etica e dimensione estetica
Siamo umani perché ci coinvolge, da cima a fondo, il gioco del senso. Si risveglia con noi ogni mattina regalandoci una carica vitale e, insieme, una feconda inquietudine; si affaccia ricco di promesse ma non risparmia il peso, tante volte sconcertante, del problematico. Ci rende in ogni caso cercatori instancabili di una “armonia nascosta” (Eraclito) che tenga segretamente le fila del prodigio e della fatica di esistere. Portiamo nell’intimo il presagio e il desiderio di essa anche quando non sappiamo più riconoscere la profondità di questa sete; in molti modi tendiamo, infatti, a banalizzarla e tradirla, sedotti da immagini di vita riuscita inesorabilmente condannate alla disarmonia. E tuttavia la domanda di senso, anche in maniera inespressa, continua a incalzarci, rimane compagna del nostro cammino magari sopita, repressa, ma mai cancellabile. Non è in ballo la mera spinta a sopravvivere, ma il poter avvertire perché valga la pena mandare avanti i nostri passi, sorretti dal diritto e il dovere di sperare. E se fossimo chiamati a trasformarli proprio in passi di danza, capaci di interpretare al meglio il dono-compito di essere al mondo? Ma quale richiamo del bello e del bene, quale intreccio di passione etica e passione estetica li terrebbe in armonioso movimento? Forse sono intense e generose vibrazioni di gratuità a dare anima e slancio alla danza del senso.
“La più grande scioltezza e forza è ciò che un buon ballerino vuole per nutrimento – e non saprei che cosa lo spirito di un filosofo potrebbe desiderare di più che essere un buon ballerino. La danza, infatti, è il suo ideale e anche la sua arte, perfino, in definitiva, la sua unica religiosità, il suo ‘servizio divino’ “
F. Nietzsche (La gaia scienza)